Cosa ne sarà dei propri dati personali e degli account dei social dopo il decesso? Per assicurarsi la transizione del patrimonio informatico ed evitare usurpazioni di identità, meglio designare beneficiari in anticipo. Ecco alcune informazioni utili per proteggere i dati personali dopo la morte.
Password e dati personali sparsi per il web come social network, messaggi, e-commerce, software e app, servizi pubblici e conti bancari.
Mettere in sicurezza un account e decidere di cosa farne post mortem consente di evitare le usurpazioni d’identità e gli utilizzi fraudolenti. Questa protezione anticipata è possibile designando un erede di fiducia e/o utilizzando un archivio di password.
Sui social network esistono molte soluzioni in caso di decesso di uno dei membri. È possibile lasciare il profilo intatto (con il rischio di vederlo apparire nei suggerimenti e di continuare a vedere dei post utilizzati) oppure conservarlo come profilo di commemorazione o eliminarlo del tutto. Mentre, se si lavora in un'azienda, in modo particolare si pone la questione della successione e di chi potrà recuperare e password del defunto, i suoi account e le informazioni importanti relative all’attività lavorativa. Il tutto risulterebbe migliore se fatto in vita, per facilitare la transazione.
Gli eredi non avranno di certo tutti la stessa visione di confidenzialità dei dati o dell’attività di un profilo sui social. Anticipando la decisione e gestendo la privacy digitale, si potranno garantire le sue ultime volontà evitando anche ogni ulteriore sofferenza alla famiglia o ai colleghi che dovranno, in caso contrario, necessariamente prendere una tale decisione in merito.
Facebook propone ai suoi membri di proteggere i dati personali dopo la morte e decidere l’avvenire dei loro account suggerendo: account di commemorazione, come pubblicazioni e foto che restano pubbliche, con la dicitura "in ricordo di" accanto al nome o l’eliminazione definitiva dell’account dopo aver definito un erede responsabile. Per chi gestisce un account o una pagina professionale, meglio delegare la password o designare un altro amministratore.
Twitter fa parte di quelle piattaforme che non propongo agli utenti di esprimere la loro volontà di conservare l’account o meno, dopo il decesso. Sono i parenti del defunto che devono curarsene, provvedendo al riempimento di un formulario apposito alla pratica di chiusura del profilo.
Instagram appartiene a Facebook ma non ha adottato la stessa politica in materia di decesso digitale. Qui, senza erede, i parenti del defunto devono definire da soli se conservare il profilo o eliminarlo.
La rete sociale professionale LinkedIn consente di eliminare il profilo di una persona deceduta riempendo un formulario e allegando un giustificativo.
Il gigante di Mountain View ha lanciato il suo personale modo di gestione di account inattivi, che consente agli utenti di determinare cosa fare di un contatto in caso di inattività dopo un dato periodo. La persona scelta riceverebbe una notifica e la lista dei dati ai quali essa è stata autorizzata ad accedere. Questo servizio è compatibile con tutte le app Google: Gmail, Drive, YouTube, ecc.
Se non tutti i social hanno previsto d’anticipare il divenire di un profilo dopo la morte del suo legittimo proprietario, esistono delle soluzioni dedite per farlo al loro posto: testamento digitale o cassetta di sicurezza dove lasciare le credenziali dell’account. Essi consentono di facilitare la trasmissione unendo tutte insieme le informazioni.
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