Per contrastare la disinformazione, Google rilascerà uno strumento che permetterà di riconoscere le immagini generate dall’AI, trovando anche la fonte. Un ottimo metodo per rendere l’intelligenza artificiale più etica.
Gli strumenti che utilizzano l’intelligenza artificiale per generare immagini affascinano gli utenti, ma sono allo stesso tempo molto inquietanti. Questa tecnologia è infatti capace di creare in pochi secondi immagini incredibili, con stili diversi, il tutto a partire da un comando di testo. Dipinti surrealisti, ritratti a matita o a penna, foto realistiche… Niente è impossibile. Tra le intelligenze artificiali che offrono i migliori risultati c’è DALL-E (creata dagli sviluppatori di ChatGPT), la rivale Midjourney, ma anche Bing Image Creator. Le immagini possono essere davvero realistiche, come dimostrato da alcune foto fake di personaggi politici, come il falso arresto di Donald Trump. Fortunatamente Google ha pensato di sviluppare uno strumento per aiutare gli utenti a non cadere nella trappola dell’AI.
Nel corso della conferenza Google I/O 2023, l’azienda di Mountain View ha chiaramente rivelato la sua volontà di sviluppare un’intelligenza artificiale più etica e trasparente. Sul proprio blog ufficiale, Google ha infatti dichiarato che quando verrà utilizzato il generatore di immagini del suo Bard (in partnership con Adobe Firefly), i risultati su Google Immagini avranno il tag “generata dall’AI con Google</ita>”. Inoltre, queste immagini posseggono dei metadati che mostrano la loro origine artificiale. Nei prossimi mesi sarà inoltre possibile aggiungere una simile filigrana anche sulle immagini generate con Midjourney, Shutterstock o altre piattaforme. Ricorda che le immagini generate con Bing Image Creator posseggono già la filigrana con il logo di Bing.
L’azienda di Redmond permetterà inoltre agli utenti di verificare facilmente l’origine delle immagini, consultando una sorta di cronologia delle stesse. Su Google Immagini sarà inoltre presente il tasto “<ital>Informazioni su questa immagine”, che permetterà di scoprire quando è apparsa per la prima volta sul web, se si tratta di un sito legale o nel dark web. In questo modo si potrà ricostruire la sua storia. Questo strumento sarà disponibile inizialmente soltanto negli Stati Uniti e solo in inglese ma, in seguito, arriverà anche in Italia. Nell’esempio in basso, l’utente ha cercato “moon landing” (atterraggio sulla luna) e poi ha cliccato su About this image. Lo strumento mostra inoltre come l’immagine è apparsa su Reddit con il tag “Midjourney. Al contrario, potrebbe anche mostrare come l’immagine sia reale e sia apparsa su siti web di notizie affidabili.
La legislazione per contrastare le derive dei social network sta cominciando a prendere forma, ma le regole devono essere ancora implementate. Per quanto riguarda i social, tra i primi vettori di fake news, TikTok ha aggiornato le sue linee guida per regolare i deepfake e altre immagini fake, aggiungendo una nuova sezione dedicata ai “media sintetici e manipolati”. Il social network consiglia di utilizzare uno sticker o un tag indicante “sintetico”, “falso”, “irreale” o “modificato”, per migliorare la trasparenza. Inoltre ha deciso di vietare i deepfake degli utenti, facendo comunque un’eccezione per i “<ital>personaggi pubblici con ruoli importanti, come politici, CEO, celebrità, ecc. a meno che le immagini generate dall’AI non vengano utilizzate a fini promozionali o infranga altre politiche<ital>”. Al contrario, su Twitter, tutto è lecito, secondo la famosa “libertà di espressione”, tanto cara a Elon Musk.
Infine, l’Europa non ha deciso di rimanere ferma di fronte all’emergenza causata dall’intelligenza artificiale. Il Parlamento europeo ha infatti approvato l’AI Act, un disegno di legge destinato a regolare le attività dell’intelligenza artificiale e a contrastare tutte gli eccessi ad essa legata. Per quanto riguarda le AI generative come ChatGPT e Midjourney, gli eurodeputati vorrebbero che ogni contenuto creato da uno strumento simile venga indicato come tale. Si tratta di una disposizione che mira a ostacolare la proliferazione di contenuti illegali e la manipolazione dell’informazione, ma anche a proteggere il diritto d’autore. Bisogna adesso capire come fare rispettare queste nuove regole.
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