Pochi giorni dopo aver abbandonato la sua piattaforma Stadia, Google è tornato nel mondo dei videogame grazie al suo nuovo Chromebook gaming, computer dedicato al cloud gaming realizzato in partnership con dei produttori di PC. Un’idea intrigante che potrebbe convincere gli utenti.
Google è un’azienda veramente sorprendente. Il gigante dell’informatica, che domina internet con il suo motore di ricerca (Google Search), il suo browser (Google Chrome), la sua piattaforma di video streaming (YouTube) e le altre piattaforme e servizi (Gmail, Google Maps, Translate, Drive, ecc.), non ha mai esitato a lanciarsi in nuovi progetti sperimentali… per poi abbandonarli pochi anni dopo senza alcun preavviso. Senza citare cambi di nomi e fusioni che seminano confusione tra gli utenti – per esempio Duo e Hangouts con Google Meet – sono moltissime le idee geniali abbandonate dal colosso americano (Picasa, Google+, Google Compare, Goo.gl, Cloud Messaging, Allo, ecc.). L’ultimo progetto abbandonato è veramente recente: a fine settembre infatti è stata annunciata ufficialmente la chiusura di Google Stadia, la piattaforma di cloud gaming lanciata nel 2019. Si tratta di un annuncio che ha sconvolto gli utenti abbonati al servizio, che avevano investito parecchio in controller specifici, altrimenti inutilizzabili.
Contro tutte le aspettative, però, lo scorso 11 ottobre Google è tornato nel campo dei videogame. Nel suo blog ufficiale, l’azienda di Mountain View ha annunciato di aver stretto una partnership con big nel settore della produzione PC, Acer, Asus e Lenovo per realizzare un nuovo Chromebook gaming. L’annuncio è stato ancora più sorprendente poiché i Chromebook sono per natura dei computer “leggeri” (ovvero non molto potenti), che sfruttano il sistema operativo Chrome OS, sviluppato da Google soprattutto per rispondere alle esigenze di lavoro, la navigazione internet e i servizi online. Niente a che fare quindi con i PC da gaming con sistema operativo Windows, mostri di potenza dotati di componenti più performanti, ma che allo stesso tempo consumano molta più energia.
Certo, in teoria, il punto principale del cloud gaming- da non confondere con i giochi online - consiste proprio nel trasferire tutti i calcoli pesanti su server potenti. In linea di principio, qualsiasi dispositivo che utilizza la connessione internet veloce (tipo fibra) è adatto al cloud gaming, poiché ha bisogno di visualizzare delle immagini inviate da un altro dispositivo remoto. Tuttavia, la realtà è ben diversa e, per evitare inconvenienti, Google ha preferito affidarsi a configurazioni più potenti per soddisfare i bisogni dei giocatori. Quindi, nonostante vengano chiamati “Chromebook”, i tre modelli presentati – Acer Chromebook 516 GE, Asus Chromebook Vibe CX55 Flip e Lenovo Ideapad Gaming Chromebook – sono più potenti dei classici computer Google utilizzati dagli studenti. Nel suo post, l’azienda di Mountain View ha insistito sul fatto che questi sono i "primi laptop progettati per il cloud gaming" che riescono a soddisfare requisiti molto rigorosi. Inoltre i Chromebook gaming presentati sono stati tutti rigorosamente testati e certificati dalla piattaforma Gamebench.
Scendendo più nel dettaglio, i Chromebook gaming sono tutti dotati di processore Intel Core di 11esima e 12esima generazione – del tipo Core i5-1240p, Core i7-1260p, Core i3-1115G4, Core i5-1135G7, Core i7-1165G7, Core i3-1215U o Core i5-1235U, a seconda del modello e del produttore – con 8 o 16 GB di RAM (LPDDR4X) e archiviazione SSD NVMe da 256 GB. Tra l’altro sono anche presenti porte USB ad alta velocità (USB 3.2) con WiFi 6 (o WiFi 6E), ma anche porte Ethernet 2,5 Gbit/s per premettere una connessione rapida. Allo stesso modo, tutti questi Chromebook gaming sono dotati di schermi ad alta definizione - 1920 x 1080 o 2560 x 1600 pixel - a 120 Hz (come minimo) per garantire una perfetta fluidità d’immagine. Sono inoltre previste tastiere RGB con anti-ghosting (una funzione che permette la digitazione rapida di molti tasti senza errore di interpretazione. Google assicura inoltre che sarà possibile giocare a titoli come Fortnite, Crysis 3 Remastered o Cyberpunk 2077 con una frequenza di 120 immagini al secondo (FPS) con una latenza minore di 85 ms.
Per raggiungere queste prestazioni, Google ha stretto anche una partnership con Nvidia, in modo da integrare come standard l’accesso al servizio RTX 3080, la formula più performante sulla piattaforma GeForce Now, che permette di sfruttare a distanza le capacità delle più potenti GPU Nvidia RTX nella gestione in particolare del famoso ray tracing. Un’idea intelligente poiché è attraverso questo abbonamento che i Chromebook di nuova generazione riescono ad offrire un livello di performance simile a quello dei “grandi” PC gaming. Allo stesso modo Google ha stretto un accordo con Microsoft per accedere al servizio Xbox Cloud Gaming grazie ad un’app. Questa ingegnosa combinazione di servizi permetterà di godersi un’impressionante catalogo di circa 1500 giochi per PC e console (tra cui Deathloop, Grounded, Fortnite, Sea of Thieves o Microsoft Flight Simulator) senza dover scaricare o installare nulla.
I primi Chromebook gaming dovrebbero arrivare entro il primo semestre del 2023: Acer ha addirittura previsto di lanciare il suo Chromebook 516 GE a dicembre 2022 (con un prezzo base di 1.000 euro). Sulla carta, questa proposta sembra abbastanza allettante. Tuttavia bisognerà attendere un po’ per capire se questi laptop e i servizi offerti sono davvero all’altezza delle aspettative. Considerando l’ascesa e l’abbandono a sorpresa di Stadia da parte di Google, è comunque probabile che molti gamer ci penseranno due volte prima di fidarsi ciecamente (ancora una volta) dei progetti Google.
Foto: © Unsplash/Google/Acer/Asus/Lenovo.