Viene detto monitor (o schermo) la periferica di visualizzazione del computer. Si distinguono abitualmente due famiglie di monitor:
I monitor a tubo catodico (sigla CRT per Cathod Ray Tube). Si tratta di monitor voluminosi e pesanti, con una consumazione elettrica elevata.
I monitor piatti in dotazione a tutti i laptop, gli smartphone, le macchine fotografiche digitali, e ormai a un gran numero di computer fissi. Si tratta di schermi poco profondi (da qui il loro nome), leggeri e con una consumazione elettrica ridotta.
I monitor sono spesso caratterizzati dai seguenti dati:
La definizione, ovvero il numero di pixel che lo schermo può visualizzare. Questo numero è in genere compreso tra 640 x 480 (640 pixel in lunghezza e 480 in larghezza) e 2048 x 1536, ma tecnicamente sono possibili delle risoluzioni superiori. La tabella sottostante da le definizioni consigliate a seconda della dimensione della diagonale:
Diagonale | Definizione |
---|---|
15" | 800x600 |
17" | 1024x768 |
19" | 1280x1024 |
21" | 1600x1200 |
La dimensione, che si calcola misurando la diagonale dello schermo e si esprime in pollici (ogni pollice è equivalente a 2,54 cm). Attenzione a non confondere la definizione del display con la sua dimensione. Uno schermo con una determinata dimensione può visualizzare differenti definizioni, anche se solitamente gli schermi di grandi dimensioni hanno una definizione migliore. Le dimensioni standard degli schermi sono le seguenti (lista non esaustiva):
14 pollici, ossia una diagonale di 36 cm circa;
15 pollici, ossia una diagonale di 38 cm circa;
17 pollici, ossia una diagonale di 43 cm circa;
19 pollici, ossia una diagonale di 48 cm circa;
21 pollici, ossia una diagonale di 53 cm circa.
Il dot pitch è la distanza che separa due luminosfori; più questo è piccolo più l'immagine sarà precisa. Così un dot pitch inferiore o pari a 0,25 mm sarà considerato buono, mentre gli schermi con dei dot pitch maggiori o pari a 0,28 mm saranno da evitare.
La risoluzione determina naturalmente il numero di pixel, per unità di superficie pxl per pollice lineare (in inglese DPI, Dots Per Inch, tradotto punti per pollice). Una risoluzione di 300 dpi vuol dire 300 colonne e 300 righe di pixel per pollice quadrato, quindi 90000 pixel per pollice quadrato. La risoluzione di riferimento è di 72 dpi da un pixel di 1"/72 (un pollice diviso 72) ossia 0.353 mm, corrispondenti ad un punto pica (unità tipografica anglosassone).
Viene detta modalità grafica, la modalità di visualizzazione delle informazioni sullo schermo, in termini di definizione e di numero di colori. Essa rappresenta quindi la capacità di una scheda video di gestire dei dettagli o la capacità di uno schermo di visualizzarli.
La modalità MDA (Monochrome Display Adapter), datata 1981, è la modalità di visualizzazione degli schermi monocromo, i quali forniscono una visualizzazione in modalità testo di 80 colonne per 25 linee. Questa modalità permette di visualizzare unicamente dei caratteri ASCII.
La modalità CGA (color graphic adapter) è apparsa nel 1981 poco dopo la modalità MDA con l'arrivo del PC (personal computer). Questa modalità grafica permetteva: una visualizzazione in modalità testo migliorata, che visualizza i caratteri in 4 colori, una visualizzazione in modalità grafica che permette di visualizzare i pixel in 4 colori con una risoluzione di 320 per 200 pixel (sigla 320 x 200).
La modalità EGA (Enhanced Graphic Adapter) è comparsa all'inizio del 1985. Essa permetteva di visualizzare 16 colori con una risoluzione di 640 per 350 pixel (sigla 640 x 350), ossia dei grafismi molto più fini rispetto alla CGA.
La modalità VGA (Video graphics Array) arrivata nel 1987, permette una risoluzione di 720 x 400 in modalità testo e di 640 per 480 pixel (640 x 480) in modalità grafica a 16 colori. Permette anche di visualizzare 256 colori con una definizione di 320 x 200 pixel (modalità conosciuta come MCGA per Multi-Colour Graphics Array). Il VGA è diventata rapidamente la modalità di visualizzazione minima per i PC.
Nel 1990, IBM ha introdotto la XGA (eXtended Graphics Array). La versione 2 di questa modalità, chiamata XGA-2 offriva una risoluzione di 800 x 600 in 16 milioni di colori e di 1024 x 768 in 65536 colori.
La modalità SVGA (Super Video Graphics Array) è una modalità grafica che permette di visualizzare 256 colori a delle risoluzioni di 640x200, 640x350 e 640x480. La SVGA permette anche di visualizzare delle definizioni superiori come la 800 x 600 o la 1024 x 768 visualizzando meno colori.
Per porre rimedio alla mancanza di standardizzazione delle modalità grafiche, è stato creato un consorzio fra i principali produttori di schede video (il VESA, Video Electronic Standard Association) per sviluppare degli standard grafici.
Lo standard SXGA (Super eXtended Graphics Array) definito dal consorzio VESA fa riferimento ad una risoluzione di 1280 x 1024 in 16 milioni di colori. Questa modalità ha la caratteristica di avere una razione di 5:4 contrariamente alle altre modalità (VGA, SVGA, XGA, UXGA).
La modalità UXGA (Ultra eXtended Graphics Array) definisce una risoluzione di 1600 x 1200 con 16 milioni di colori.
La modalità WXGA (Wide eXtended Graphics Array) definisce una risoluzione di 1280 x 800 con 16 milioni di colori.
La modalità WSXGA (Wide Super eXtended Graphics Array) definisce una risoluzione di 1600 x 1024 con 16 milioni di colori.
La modalità WSXGA+ (Wide Super eXtended Graphics Array+) definisce una risoluzione di 1680 x 1050 con 16 milioni di colori.
La modalità WUXGA (Wide Ultra eXtended Graphics Array) definisce una risoluzione di 1920 x 1200 con 16 milioni di colori.
La modalità QXGA (Quad eXtended Graphics Array) definisce una risoluzione di 2048 x 1536 con 16 milioni di colori.
La modalità QSXGA (Quad Super eXtended Graphics Array) definisce una risoluzione di 2560 x 2048 con 16 milioni di colori.
La modalità QUXGA (Quad Ultra eXtended Graphics Array) definisce una risoluzione di 32000 x 2400 con 16 milioni di colori.
La seguente tabella riassume le diverse risoluzioni, nonché la ratio corrispondente:
Formato di visualizzazione | Risoluzione orizzontale | Risoluzione verticale | Numero di pixel | Ratio |
---|---|---|---|---|
VGA | 640 | 480 | 307 200 | 1 |
SVGA | 800 | 600 | 480 000 | 1,56 |
XGA | 1024 | 768 | 786 432 | 2,56 |
SXGA | 1280 | 1024 | 1 310 720 | 4,27 |
SXGA+ | 1400 | 1050 | 1 470 000 | 4,78 |
SXGA+ | 1280 | 1024 | 1 310 720 | 4,27 |
UXGA | 1600 | 1200 | 1 920 00 | 6,25 |
QXGA | 2048 | 1536 | 3 145 728 | 10,2 |
QSXGA | 2560 | 2048 | 5,242,800 | 17,1 |
QUXGA | 3200 | 2400 | 7,680,000 | 25 |
Esistono numerose norme che si applicano ai monitor che permettono di garantire la loro qualità nonché di rassicurare il consumatore che il materiale è stato concepito in modo da limitare l'irraggiamento dovuto alle emissioni di onde elettrostatiche e la consumazione energetica. Così, alla fine degli anni '80 è stata elaborata da un'autorità svedese la norma MPR1 per misurare l'emissione di raggi per i materiali emittenti di onde elettromagnetiche. Questa norma fu emendata nel 1990 per sfociare nella norma MPR2, riconosciuta a livello internazionale.
Nel 1992, la confederazione svedese dei dipendenti professionali (Swedish Confederation of Professional Employees) introduce lo standard TCO che descrive il livello di emissione di raggi non più in termini di livello minimo di sicurezza ma in termini di livello minimo tecnicamente possibile. La norma TCO ha subito delle revisioni nel 1992, 1995 e 1999 per dare spazio rispettivamente alle norme TCO92, TCO95 e TCO99:
Nel 1993 un consorzio di produttori in materiale informatico (VESA, Video Electronics Standards Association) crea la norma DPMS (Display Power Management Signalling) che propone 4 modalità di funzionamento per le apparecchiature che vi si conformano: in funzione; in standby, con un consumo inferiore a 25W; in sospensione, con un consumo inferiore a 8 W. Così la modalità degli elettroni in arrivo è spenta, il che implica un tempo di attivazione maggiore rispetto allo standby; spento.
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