Hai mai avuto una conversazione vis-à-vis con qualche amico su qualcosa e aprendo il tuo smartphone hai trovato una pubblicità proprio sull’argomento di cui parlavate? Nella maggior parte dei casi la risposta è “Sì”. Sono coincidenze? Naturalmente no. Lo smartphone ascolta le nostre conversazioni, soprattutto se sono state configurate alcune impostazioni di default. Il microfono registra spesso ciò che diciamo, salvando questi dati in dei server che utilizzerà per scopi di marketing. Ecco perché il tuo dispositivo ascolta le tue conversazioni e cosa fare per evitare che ciò avvenga.
Di solito gli utenti si chiedono se questa pratica sia legale. Ancora una volta, la risposta è “Sì”. Non solo ciò è legale, ma siamo proprio noi a renderlo tale, quando accettiamo i termini e le condizioni delle app, quando si effettuano i download sul telefono. Nascosti tra i dettagli dei termini e condizione, spesso è infatti riportato che l’app può registrare l’audio per fini pubblicitari. Ciò consente alle aziende informatiche di violare ulteriormente la nostra privacy bombardandoci di pubblicità targhettizzata. Questo è il motivo per cui molte società (come Facebook) offrono le loro piattaforme e app in modo gratuito: in cambio tu permetterai loro di accedere a delle informazioni di grande valore commerciale.
Il sistema seguito da queste app non fornisce solo informazioni sugli utenti alle aziende disposte a pagare per queste informazioni, ma consente anche alle aziende di mostrare i loro prodotti sulle app (sempre pagando) a segmenti specifici di consumatori (ad esempio donne tra i 22 e i 25 anni che vivono in un contesto urbano, amano il tennis e si svegliano presto).
Altre fonti affermano che app social come Facebook e Instagram non utilizzano le registrazioni audio degli utenti per inviare loro pubblicità su misura, ma basta un “trigger”, come Hey Siri oppure OK Google per poter avviare una registrazione. Comunque potrebbero esserci migliaia di trigger e nessuno sa con esattezza quali siano. Secondo il Dr. Peter Hannay, consulente senior di sicurezza di Asterisk, quando questi dati vengono registrati, sono inviati in modo crittografato dalle app ed è veramente difficile definirne il trigger esatto.
Allo stesso modo del microfono, una larga lista di app ha i permessi per accedere alla fotocamera e scattare foto, che verranno poi memorizzate sul tuo telefono. Anche se sembra incredibile, l’attuale tecnologia permette di analizzare le immagini e trova dei parametri di ogni tipo, dalla presenza di prodotti commerciali, fino all’età media delle persone che appaiono in foto o la fascia oraria (a seconda della luce).
Nelle Impostazioni del tuo dispositivo, potrai scoprire quali app hanno accesso alla fotocamera. Il nostro consiglio è quello di togliere l’accesso alle app che, apparentemente, non dovrebbero aver accesso alla fotocamera per funzionare. Ad esempio, se nell’elenco compaiono delle app di ricette o giochi che nulla hanno a che fare con la fotografia, blocca i permessi d’accesso alla fotocamera.
Non bisogna spaventarsi: se utilizzi sempre delle app ufficiali, che rispettano le norme del tuo Paese o regione, i tuoi dati continueranno ad essere condivisi, ma la tua provacy sarà al sicuro. Tieni presente che, se il tuo lavoro non ha a che fare con dati sensibili (come ad esempio nel caso degli avvocati o dei giornalisti), le impostazioni di default delle app più popolari permettono di commercializzare i tuoi dati (comprese le informazioni ottenute tramite la tua fotocamera o le tue foto), anche se la tua identità non sarà mai rivelata.
La localizzazione tramite GPS è una delle informazioni più interessanti e apprezzate nel business dei big data. Questo interesse si basa sul fatto che attraverso la tua posizione sulla mappa è possibile trarre diverse conclusioni: qual è il quartiere in cui vivi, la zona in cui lavori, il tipo di negozi che frequenti, quali sono i tuoi orari di lavoro, le persone con cui ti relazioni, ecc.
L’accesso alla localizzazione del tuo telefono appare anche nelle impostazioni della privacy. Permettere o revocare i permessi alle app per accedere alla tua posizione ha i suoi pro e i suoi contro: alcuni programmi non possono funzionare senza aver l’accesso al GPS (pensa ad app come Google Maps), ma se tieni sempre attiva la posizione, la tua batteria potrebbe scaricarsi in fretta.
Oltre a decidere quali app possono accedere alla tua posizione dalle impostazioni di privacy del dispositivo, ricorda che puoi disattivare la localizzazione (GPS) del tuo telefono dal menu principale che si attiva facendo scorrere il dito sullo schermo dall’alto verso il basso, nel caso di Android, o dal basso verso l’alto, nel caso di iPhone e iPad di Apple.
La più grande vulnerabilità riguardante le registrazioni e la sicurezza del tuo smartphone è l’impostazione always-on del tuo assistente virtuale. Google ha ammesso apertamente che quando l’utente utilizza Google Assistant sul suo smartphone, la sua richiesta viene registrata e quindi salvata. Per risolvere questo problema dovresti innanzitutto disattivare questa funzionalità (idem per Siri su iPhone). Ecco come fare:
Su Android: accedi all’app Google, clicca sui tre puntini orizzontali in basso a destra, poi Impostazioni, Assistente Google, Assistente, Telefono (nella sezione Dispositivi assistente) e, infine, spegni l’interruttore nella sezione Assistente Google.
Su iPhone: apri le Impostazioni, poi Siri e ricerca e sposta l’interruttore di Ascolto con “Hey Siri” su OFF.
Modificare soltanto le impostazioni dell’assistente vocale non garantisce una protezione sufficiente per app come Facebook, poiché queste fanno eccezione, quindi bisognerà fare un altro passo avanti e aumentare le limitazioni ai permessi delle app direttamente dalle impostazioni del microfono. Ecco come disattivare i permessi per Facebook, anche se i rischi sono gli stessi con qualsiasi app che utilizza il microfono (segui la stessa procedura con ogni app a cui vuoi limitare l’accesso al microfono):
Su Android: apri le Impostazioni, poi App e notifiche, Autorizzazioni app, Microfono, poi Facebook e, infine, blocca i permessi.
Su iPhone: apri le Impostazioni , poi Facebook e sposta l’interruttore del microfono su OFF.
Ricorda che disattivare i permessi del microfono all’app Facebook potrebbe influenzare alcune funzionalità come i video live, ecc. Per riattivare i permessi, basta seguire nuovamente la procedura spiegata in precedenza.
Il tuo smartphone, la sua fotocamera e il suo microfono non sono solo l’unica miniera d’oro per gli inserzionisti. L’FBI ha avvertito i consumatori che anche le smart TV sono capaci di spiarti e registrarti.
Se hai acquistato una TV negli ultimi anni, è molto probabile che sia una smart TV connessa ad internet. Molti modelli sono infatti già prodotti con microfoni e videocamere in modo che si possano connettersi al tuo assistente virtuale ed usufruire delle funzioni di vivavoce in modo da capire i tuoi interessi e sapere cosa suggerirti. In alcuni modelli è possibile anche utilizzare i servizi di videochat, ma quali sono i rischi per la sicurezza?
Secondo i maggiori esperti di tecnologia dell’FBI, nonostante gli hacker possano avere più difficoltà ad accedere ai nostri laptop e PC grazie alle misure di sicurezza, come antivirus o anti-malware (se non hai ancora un sistema di sicurezza sul tuo PC leggi questo articolo o quest’altro), le nostre smart TV potrebbero essere il nuovo canale preferenziale usato dagli hacker per spiarci. Se fornisci un facile accesso tramite il tuo router, nella migliore delle ipotesi potrebbero controllare a distanza il tuo televisore, mostrando contenuti inappropriati, cambiando canale o modificando alcune funzioni. Nel peggiore dei casi, le smart TV potrebbero invece trasformarsi in dispositivi di stalking che registrano ciò che fai e ascoltano le tue conversazioni.
Ecco come proteggere le tue smart TV:
Foto: © Unsplash.
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