A seguito delle richieste avanzate dall’Unione Europea, Meta si è dovuta impegnare per essere più chiara e trasparente nella modifica delle condizioni di utilizzo di WhatsApp. Sarà davvero così?
L’Unione europea continua a piegare i colossi del digitale. A farne le spese è nuovamente Meta, l’azienda proprietaria di WhatsApp, l’app di messaggistica istantanea più famosa del mondo. Come annunciato in un comunicato stampa, le autorità dell’UE incaricati della tutela dei consumatori e la Commissione europea (rete CPC), a seguito di una segnalazione da parte dell’Ufficio europeo delle Unioni di Consumatori (BEUC) del 2021 contro le modifiche dell’informativa sulla privacy e delle condizioni di utilizzo di WhatsApp, ha avviato una procedura di dialogo con l’azienda al fine di assicurarsi che l’app sia conforme alle leggi sulla tutela dei consumatori in Europa, in particolare il Regolamento generale sulla protezione dei dati (il famoso GDPR). Ecco cosa cambia per WhatsApp
A seguito del nuovo accordo con l’Ue, Meta farà in modo che la sua app sia più trasparente nelle modifiche delle condizioni di utilizzo. Come dichiarato da Didier Reynders, il commissario europeo per la Giustizia: «I consumatori hanno il diritto di comprendere quello a cui acconsentono e che cosa comporta concretamente la loro scelta, in modo da poter decidere se continuare a utilizzare o meno la piattaforma». WhatsApp dovrà quindi spiegare chiaramente all’utente quali saranno le modifiche che verranno apportate al “contratto” e come queste incideranno sui suoi diritti (ma è comunque necessario leggere sempre la sezione degli aggiornamenti alle condizioni di utilizzo WhatsApp). Inoltre, l’utente deve avere la possibilità di rifiutare i nuovi termini tramite un tasto apposito che deve avere la stessa visibilità di quello per accettare. Infine, l’app di messaggistica deve indicare chiaramente se, rifiutando i nuovi termini, l’utente non avrà più accesso all’app.
WhatsApp conferma quindi che non vi è alcuna condivisione di dati personali con le altre app del gruppo Meta (Facebook e Instagram) o di terze parti per targhettizare la pubblicità, come avviene negli altri paesi del mondo. Inoltre il CPC monitorerà attivamente il mondo in cui l’app di messaggistica istantanea opererà in futuro in materia di aggiornamento della politica e, e fosse necessario, garantirà il rispetto degli impegni di Meta, anche a costo di imporre sanzioni. Nel settembre 2021 WhatsApp era già stata già condannata dalla Commissione irlandese al pagamento di una multa di 225 milioni di euro per non aver osservato i suoi obblighi in termini di trasparenza, soprattutto sui trasferimenti di dati verso le altre società del gruppo. A gennaio 2023, la società è stata poi nuovamente condannata con una multa di 5,5 milioni di euro nuovamente per lo stesso motivo. Meta riuscirà adesso a mantenere le promesse per quanto riguarda le condizioni di utilizzo di WhatsApp? Staremo a vedere.
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