Esiste un tipo di memoria che permette di immagazzinare dei dati in assenza di corrente elettrica, si tratta della ROM (Read Only Memory, la cui traduzione letterale è memoria a sola lettura) detta anche memoria non volatile dato che non è eliminata quando il sistema non è sotto tensione.
La memoria ROM permette soprattutto di conservare i dati necessari all'avvio del computer. In effetti, queste informazioni non possono essere immagazzinate sul disco rigido dato che i parametri del disco (essenziali alla sua inizializzazione) fanno parte di questi dati vitali all'avvio. Diverse memorie di tipo ROM contengono dei dati indispensabili all'avvio, cioè:
Il BIOS è un programma che permette di controllare le interfacce di entrata-uscita principali del sistema, da cui il nome BIOS ROM dato talvolta al chip di memoria a solo lettura della scheda madre che lo ospita;
Il bootstrap loader è un programma che permette di caricare il sistema operativo in memoria (RAM) e di lanciarlo. Questo cerca generalmente il sistema operativo sul lettore floppy, poi sul disco rigido, cosa che permette di poter lanciare il sistema operativo partendo da un disco floppy di sistema in caso di malfunzionamento del sistema installato sul disco rigido;
Il Setup CMOS è la schermata disponibile all'accensione del computer che permette di modificare le impostazioni del sistema (spesso chiamato BIOS);
Il Power-On Self Test (POST), programma eseguibile automaticamente all'avvio del sistema che permette di fare un test del sistema (è per questo ad esempio che vedete il sistema "contare" la RAM all'avvio).
Dato che le ROM sono molto più lente rispetto alle memorie di tipo RAM (una ROM ha un tempo di accesso di circa 150 ns mentre una memoria di tipo SDRAM ha un tempo di accesso di circa 10 ns), le istruzioni contenute nella ROM sono talvolta copiate nella RAM all'avvio, si parla allora di shadowing.
Memorie ROM sono gradualmente evoluti da memorie fissa a sola lettura per memorie programmabili, e poi ri-programmabili.
Le prime ROM erano prodotte con una procedura che scriveva direttamente i dati binari su una piastra di silicio mediante una maschera. Questa procedura è ormai obsoleta.
Le PROM (Programmable Read Only Memory) sono state sviluppate alla fine degli anni 70 dalla società Texas Instruments. Queste memorie sono dei chip costituiti da migliaia di fusibili (oppure di diodi) che possono essere "BRUCIATI" con un apparecchiatura detta «programmatore di ROM», applicando una forte tensione (12V) alle caselle di memoria che devono essere segnate. I fusibili così bruciati corrispondono a degli 0, gli altri a degli 1.
Le EPROM (Erasable Programmable Read Only Memory) sono delle PROM che possono essere cancellate. Questi chip hanno un vetro che permette di lasciar passare dei raggi ultravioletti. Quando il chip si trova in presenza di raggi ultravioletti di una certa lunghezza d'onda, i fusibili sono ricostituiti, cioè tutti i bit della memoria sono nuovamente a 1. Per questa ragione si definisce cancellabile questo tipo di PROM.
Le EEPROM (Electrically Erasable Read Only Memory) sono anch'esse delle PROM cancellabili, ma contrariamente alle EPROM, queste possono essere cancellate da una semplice corrente elettrica, cioè possono essere cancellate anche quando sono poste nel computer. Esiste una variante di queste memoria detta memoria flash (anche ROM Flash o Flash EPROM).
Contrariamente alle EEPROM classiche, che utilizzano da 2 a 3 transistor per bit da memorizzare, la Flash EPROM utilizza un solo transistor. D'altra parte l'EEPROM può essere scritta e letta parola per parola, mentre la Flash può essere cancellata solo per pagina (con la dimensione delle pagine in costante diminuzione).
Infine la densità della memoria Flash è più importante, il che permette la realizzazione di chip contenenti alcune centinaia di Megabyte. Così sono preferibilmente usate delle EEPROM per la memorizzazione di dati di configurazione e la memoria Flash per un codice programmabile (programmi informatici). L'azione che consiste nel riprogrammare una EEPROM si chiama "flashing".
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