Self Service Repair: la riparazione fai-da-te Apple arriva in Italia

Dopo gli Stati Uniti, arriva anche in Italia il Self Service Repair di Apple, che permette agli utenti di iPhone, e Mac di riparare i propri dispositivi acquistando dei pezzi di ricambio ufficiali. Tuttavia non tutte le riparazioni sono alla portata di tutti.

Quando arriva Self Service Repair Apple in Italia?

Apple ha fatto un passo avanti per quanto riguarda la riparabilità dei propri dispositivi. Dal 6 dicembre 2022, infatti, l’azienda lancia il suo Self Service Repair anche in Europa, più precisamente in Germania, Belgio, Spagna, Francia, Polonia, Regno Unito, Svezia e, naturalmente, anche in Italia. Tramite questo servizio, già disponibile negli Stati Uniti dallo scorso aprile, gli utenti possono acquistare tutti gli elementi che permettono loro di riparare da soli il loro iPhone (soprattutto iPhone 12 e 13) e i loro Mac più recenti con chip M1 (MacBook Air M1 e [MacBook Pro M1). Una grande novità per la società statunitense (e per l’industria dell’high-tech in generale) che è stato spesso criticata per la mancanza di reperibilità dei suoi prodotti.

Apple Self Service Repair: la riparazione aperta a tutti

Fino ad oggi la riparazione dei dispositivi Apple era riservata ai centri d’assistenza Apple e ai 10.000 riparatori autorizzati in tutto il mondo. Solo questi potevano infatti accedere ai ricambi ufficiali Apple. Chi si cimentava nelle riparazioni fai-da-te doveva accontentarsi di componenti alternativi, spesso di qualità non proprio eccellente, e di seguire dei tutorial su YouTube. Anche se adesso le cose sono cambiate, l’arrivo del Self Service Repair non risolve tutti i problemi poiché, anche se i pezzi di ricambio ufficiale sono ora reperibili, è sempre consigliabile utilizzare strumenti specifici. Inoltre le riparazioni si rivelano essere spesso estremamente complesse e non alla portata di tutti.

Self Service Repair per iPhone e Mac M1

Gli utenti iPhone o Mac M1 possono acquistare direttamente sullo store per le riparazioni self-service per i prodotti Apple più di 200 pezzi di ricambio (schermo, batteria, sensori della fotocamera) e strumenti (cacciaviti, viti, guanti protettivi, ecc.), per risolvere i piccoli – a volte grandi – problemi quotidiani. Per chi possiede già i propri strumenti, basteranno soltanto i pezzi di ricambio. Inoltre questi strumenti possono essere anche noleggiati per una settimana al costo di 59,59 euro. Effettuato l'ordine, pezzi di ricambio e strumenti arriveranno direttamente a casa tramite corriere. Nell’ottica dello sviluppo sostenibile e del riciclo, è possibile anche restituite i pezzi usati Apple, in modo da essere poi ricondizionati o riciclati. Bisogna anche notare che, quando si utilizza il Self Service Repair, la garanzia hardware Apple rimane ancora valida.

Fai comunque attenzione perché l’operazione di riparazione è davvero complessa. Anche la stessa Apple precisa che questo tipo di manipolazione richiede una sempre certa competenza tecnica: “La stragrande maggioranza degli utenti non ha alcuna esperienza nella riparazione dei dispositivi, quindi contattare è un servizio professionale è il modo più sicuro e affidabile per ottenere una riparazione”. Naturalmente chiunque può provare ad riparare il proprio dispositivo affidandosi a dei tutorial o consultando la guida dettagliata di Apple, la stessa che viene comunicata ai servizi autorizzati per la riparazione dei suoi prodotti. Per essere sicuri che venga letto il manuale prima dell’operazione, Apple chiede un codice univoco, che corrisponde ad ogni guida al momento dell’ordine dei pezzi. Bisogna infine ricordare che, in caso di problemi, non è disponibile nessun servizio clienti dedicato.

Apple Self Service Repair: attenzione ai costi

Da qualche mese, se non da qualche anno, Apple ha subìto pressioni per quanto riguarda la riparabilità dei suoi prodotti, da parte degli utenti, degli ambientalisti e da una parte dei suoi azionisti. Il brand è continuamente accusato di non fare nulla (o troppo poco) per facilitare la riparazione dei dispositivi e, soprattutto, di favorire un ecosistema molto redditizio che opera in un circuito chiuso (la stessa azienda da un lato e i riparatori autorizzati dall’altro). A novembre 2021 il sito iFixit ha denunciato queste pratiche di Apple, affermando che cambiando lo schermo di un iPhone 13 non era più possibile utilizzare il riconoscimento facciale (Face ID). Questo problema è stato poi risolto da Apple pochi giorni dopo la denuncia.

Il Self Service Repair di Apple dovrebbe essere un grande aiuto contro la lotta all’obsolescenza e la quantità di rifiuti elettronici che questa genera. Un dispositivo che inquina meno è un dispositivo che dura più a lungo. La maggior parte della sua impronta di carbonio è infatti prodotta durante la sua fabbricazione. Ma, vista la difficoltà delle operazioni per sostituire un pezzo difettoso, ci si può giustamente chiedere se il progetto abbia avuto successo negli Stati Uniti (Apple non ha ancora comunicato le sue cifre). In più ciò può non essere per forza un vantaggio in termini economici. Ad esempio, il costo attuale per sostituire la batteria di un iPhone 13 Pro si aggira intorno ai 75 €. Acquistando invece il kit dello store per le riparazioni self-service si spenderanno 77,07 euro. Se si restituisce la batteria difettosa, si riceverà però un accredito di 26,25 euro. Alla fine quindi la spesa totale sarà di 50,82 euro. Queste cifre riguardano soltanto i pezzi di ricambio. Apple offre a parte gli strumenti da utilizzare (ad esempio 59,95 euro per il noleggio di una settimana).

Se non si può che accogliere favorevolmente questa iniziativa di Apple (che da tempo sta facendo grandi sforzi per realizzare prodotti eco-responsabili), c’è da chiedersi, alla luce degli aspetti pratici ed economici, se il Self Service Repair faccia davvero venir voglia agli utenti di riparare da soli i loro iPhone o Mac. Bisogna attendere i primi feedback per capire se questa iniziativa è davvero utile (soprattutto in termini di risparmio) o se si tratta, come dichiarano alcuni, soltanto di una bella operazione di greenwashing

Foto: © Apple

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