Compressione video (codecs)

Un'immagine di un video non compressa occupa una dimensione di circa 1 MB. Per ottenere un video che sembri fluido è necessario avere una frequenza di almeno 25 o 30 immagini al secondo, il che produce un flusso di dati di circa 30 Mb/s, ossia più di 1.5 Gb al minuto. È evidente che questo tipo di capacità di banda è poco compatibile con gli spazi di immagazzinamento dei PC ne tanto meno con le connessioni di rete di privati o di piccole e medie imprese.

Così, per rimediare a questa difficoltà, è possibile ricorrere a degli algoritmi che permettono di ridurre significativamente i flussi di dati comprimendo/decomprimendo i dati video. Questi algoritmi vengono detti CoDec (per COmpressione/DECompressione).

M-PEG

La prima cosa che salta in mente dopo essersi interessati alla compressione delle immagini è di applicare questo metodo ad una successione di immagini digitali (animazione o video). Il principio del "Motion JPEG" (sigla MJPEG o M-JPEG, da non confondere con l'MPEG) consiste nell'applicare successivamente l'algoritmo di compressione JPEG alle diverse immagini di una sequenza video.

Dato che l'M-JPEG codifica separatamente ogni immagine della sequenza, esso permette di accedere in modo casuale a qualsiasi parte del video. Inoltre la sua capacità di banda da 8 a 10 Mbps lo rende utilizzabile nel montaggio digitale.

Foto: © Pixabay.

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