La codifica RGB (Red, Green, Blue per Rosso, Verde, Blu, in italiano RVB), elaborato nel 1931 dalla Commissione Internazionale dell'Illuminazione (CIE) consiste nel rappresentare lo spazio dei colori partendo da tre raggi monocromatici di colori: Rosso (di lunghezza d'onda uguale a 700,0 nm), Verde (di lunghezza d'onda uguale a 546,1 nm) e Blu (di lunghezza d'onda uguale a 435,8 nm).
Questo spazio di colore corrisponde al modo in cui i colori sono solitamente codificati "informaticamente" o, più esattamente, al modo in cui i tubi catodici degli schermi dei computer rappresentano i colori. Così, il modello RGB propone di codificare su un byte ogni componente di colore, il che corrisponde a 256 intensità di rosso (28), 256 intensità di verde e 256 intensità di blu, ossia 16777216 possibilità teoriche di colori diversi, cioè più di quelli distinguibili dall'occhio umano (circa 2 milioni). Tuttavia, questo valore non è che teorico dato che dipende fortemente dall'hardware di visualizzazione.
Dato che la codifica RGB si basa su tre componenti che propongono la stessa gamma di valore, le si rappresenta solitamente a livello grafico con un cubo in cui ciascuno degli assi corrisponde ad un colore primario:
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